lunedì 10 aprile 2017

Domenica di Palme e Razzi


Si sente dire in giro che ci ha fatto una bella figura, ha recuperato il suo ruolo di leader e, finalmente, l’America ritorna ad essere la punta dell’ago che indica la via da seguire. Lo fa senza chiedere il permesso a nessuno, come esattamente fa chi è abituato ad agire, sempre e comunque, senza aver bisogno di consultarsi con i suoi legittimi alleati. Certo è questione di gusti, c’è infatti chi preferisce il culo alla faccia, e c’è chi pensa di aver ricevuto da Dio il compito di guida, non sul monte Sinai, ma nello Stato di Washington, sulla costa del Pacifico, che una volta apparteneva agli indiani Siux, uno degli ultimi gruppi ( o nazioni) ad arrendersi alla colonizzazione britannica, dopo lo sterminio dei tutto il loro popolo.
E anche oggi in Europa tanti si strappano i capelli per non essere stati interpellati,  e per doversi limitare a dire, a denti stretti, che ha fatto proprio bene l’America, con questo attacco, ha messo a posto un bel po’ di cose, con la Turchia, l’Egitto, i Paesi Arabi, Israele, e per ultimo, con la Siria, per non parlare poi con l’oriente, la Corea, e via di questo passo. E che, a pensarci bene, non è costato poi tantissimo, una decina di morti, con l’attacco  dei razzi -  così dicono – e, forse, una cinquantina di uomini, donne e bambini, con quell’altro attacco, con il gas, preparato a puntino per fornire un motivo (l’unico che prevede l’attacco americano, in mediooriente, secondo una dichiarazione e poi un accordo fatto da Obama nel 2011) e farla finalmente finita.. e che sarà mai....
Che le cose bisogna farle per bene, e la figura di zimbello, che il nuovo presidente dell’America si era guadagnato in questi mesi, andava smantellata. Altrimenti non si andava da nessuna parte, soprattutto, non si andava in medio oriente. E non era possibile neppure, secondo loro, che in medio oriente, ci entrasse l’Europa, che fa ancora accordi economici e politici con la Russia e con la Siria, facendo intravedere in prospettiva il solito scenario: l’Europa che si interfaccia, con buoni risultati, con i suoi vicini - considerato che, la posizione geografica e la storia millenaria, che li aveva fatti incontrare è ancora lì, tutta da recuperare, e per quanto ne sappiamo, non siè mai interrotta. Un dialogo politico culturale che, potremmo mettere a buon frutto, in modo diverso da come l’America intende fare, poterebbe addirittura farci crescere come continente, posto che la pace è il nostro obiettivo e che tutto il resto l’accompagna. Noi infatti non stiamo alzando i muri nel Mediterraneo, che è, nonostante i sommergibili americani, ancora il nostro mare! E stiamo accogliendo profughi e immigrati, mettendo le basi ad un futuro, che superata la crisi del terrorismo (sic), potrebbe, finalmente, farci diventare quel Continente Europeo che tutti speriamo di diventare, aperto all’oriente e proteso al mar del Nord.
Togliamoci dall’imbarazzo, e consideriamo che un ruolo l’Europa lo può avere, completamente diverso da quello che l’America potrebbe  attribuirci, il ruolo di amici. Sarebbe il caso di chiederci infatti: ma noi perché siamo ancora in Afghanistan?!



Rosa La Camera