martedì 29 dicembre 2015

Kafka sulla spiaggia di Murakami - recensione


“Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo".



Anche io sono sulla spiaggia e sento il vento; leggo e cammino insieme ai personaggi di questo libro. Due storie parallele, quella di un ragazzo quindicenne che si chiama kafka e quella del vecchio Nagata, analfabeta con problemi mentali che parla con i gatti e che sente "l'oltre". Murakami ci porta tra sogno e realtà. Memoria e inconscio. Il vento di sabbia sono io, sei tu; la tempesta è dentro noi. Dobbiamo chiudere gli occhi per evitare che i granelli ci accechino. E attraversare la sabbia che la vita ci porta. A sangue. Il tuo e quello di altri. La tempesta può lacerarti come mille rasoi e macchiarti le mani.

"Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia”.

Kafka fugge dalla profezia paterna: “Un giorno tu mi ucciderai e giacerai con tua madre e tua sorella". Qua non si può negare che Murakami riprenda il mito di Edipo ma lo mescola con grande abilità narrativa tra favola, cronaca, mistero, in una chiave surreale. E poi horror con il personaggio di  Walker che rapisce i gatti, per mangiarne i cuori e mettere le teste in frigo. Pagine ricche di sogni e metafore dove tutto può accadere. Grande salto sul tema dei ricordi (che ognuno di noi archivia in una sorta di biblioteca mentale) e della perdita di memoria. Cancellare la vita e il vissuto. Ricominciare. Attraversare tanti generi letterari da cui rinascere, arricchirsi, trasformarsi come nelle tempeste di sabbia descritte in questo libro. La responsabilità comincia dai sogni. Vivere: una grande metafora. A più binari. Il destino manipola tutti gli uomini e li rende artefici delle proprie azioni. Nel viaggio della vita.

Nina Tarantino