mercoledì 24 giugno 2015

Il calcio rispiegato ai pesci

Nei paesi di mare, il giappone la sicilia il marocco, lungo tutte le coste conosciute e sconosciute, i giochi si fanno soprattutto con l’acqua. I gavettoni, i tuffi dallo scoglio, le gare di nuoto e a chi sta più tempo senza respirare.
Il gioco del calcio è conosciuto ma poco praticato, quando c’è l’alta marea il pallone galleggia, le onde se lo portano di qua e di là, non è facile controllare l’azione.
Questo non vuol dire che il calcio non sia seguito, anzi, sotto sotto ci sono molti che guadagnano anche qualcosa, con le scommesse in base al numero di reti, alla larghezza delle maglie, allo strascico che si usa fare a ogni segnata di goal, c’è chi spruzza chi guizza chi fa gestacci verso i tifosi avversari, rischiando di farsi tirare una padellata di olio bollente. 

Nei paesi di mare per il gioco del calcio di solito non ci sono a disposizione grandi strutture, gli stadi sono piccoli, arrivano banchi di tifosi molto prima del calcio d’inizio e si trovano subito stretti come le sardine.
Fare le squadre ci vuole sempre attenzione, mai mettere i pesci grossi insieme a quelli piccoli che negli spogliatoi, con una scusa qualsiasi, ogni volta c’è la scanna e poi a pancia piena non possono giocare.
Se si vuole vincere facile, meglio scegliere bene i propri compagni di gioco, se scegli un polpo come portiere, in porta non entra nessuno, la partita è vinta sicura, protegge gli incroci dei pali, controlla i due lati, copre la traversa, il tutto mentre si fa un selfie e improvvisa una salsa, impossibile fare goal.
Certi pesci sono prepotenti, si sentono mafiosi, vogliono passato subito il pallone altrimenti fanno scoppiare il casino. Al capone, per esempio, quando gli arbitri fischiano i rigori gli fanno venire il nervoso e minaccia di fare una strage.
A proposito di elementi scontrosi, le seppie hanno il brutto vizio di macchiare d’inchiostro nero le magliette degli avversari quando si vedono marcate troppo strette, questo fa confondere i giocatori che non si riconoscono più tra loro e brancolano per tutto il tempo, in attesa che gli spaghetti siano al dente.
Girano molti soldi nell’ambiente del calcio e della battigia. Durante gli incontri di calcio le triglie e le cozze si sbranchiano e fanno la ola nel tentativo di attirare l’attenzione dei giocatori. I calciatori abboccano più spesso di quanto si creda e di essi si perdono le tracce, costringendo i presidenti a fare ogni giorno nuovi acquisti.

Raimondo Quagliana