venerdì 24 aprile 2015

L'arte spiegata ai non vedenti: La matta del tonno, di Renato Guttuso



In questo quatro di Guttuso, non vi fate illusioni, ci sono storie di sesso, parliamoci chiaro. Qua non c’è un cavolo da fare, mica possiamo stare a guardare i comignoli che fumano o i vulcani che si incacchiano!  La noia ci uccide mentre stiamo a contare pesci e sardine, a noi piacciono i tonni e i pesce spada, e belli grossi per giunta. 

Oggi finalmente è arrivata una imbarcazione. Al via la mattanza!
Alle mie spalle la posteggiarono la barca, sullo sfondo potete osservarne le vele puntute a poppa e prua. Poi, in primo piano sul quatro, io e lui, un marinaretto candido. - Che bieddu ca sì! A vederti così da vicino, mi sembri troppo bieddu! Senti marinaretto sexy, non riesco a non guardartelo, la mia immaginazione galoppa, ho già chinato la testa, abbassato lo sguardo, gli occhi sono puntati là. La sua reazione una magnificenza. Così pensa lei mentre guarda sotto la fibbia della cintura, e anche un po’ più giù. Non le importa di che colore abbia gli occhi, potrebbe pure essere un non vedente come voi, con quell'orpello che si ritrova tra le gambe. E più lei lo guarda, più lui si gonfia, che sembra un pavone!

Che palle! Ma ancora talia? dove pensa di essere al mercato del pesce? Non ne posso più di stare fermo come un uccello sul trespolo. Lei mi piace assai, ma che ci talia? Vorrei afferrarla e portarmela in riva al mare a contare le stelle o a cantare dentro una barca col costumino bianco trasparente -  quello della pubblicità di Dolce e Gabbana. – 'Un ma firu cchiù! Ancora talia e non si decide. Sta scurando e ancora qua siamo. Amunì smuoviti, lasciamoci andare a questo colpo di fulmine prima che sorga nuovo sole. La sciatica mi sta venendo e mi aggrancò pure il braccio puntato al cielo.




Iddu mi pari uno poco spacconcello! E pure nu pocu tascio. Contano i fatti, misure e prestazioni, bisogna constatare con mano, non stiamo mica a pettinar sirene qua! Quindi fermo e zitto che devo capire bene. E poi cu ‘u fumu ru vulcano, mi vinni uno stranu spinnu, ricordi di sgombri arrustuti, si sa l’aria di mare fa rapiri ‘u pitittu!







Ricordo ancora la fregatura che presi con quello tutto nivuro abbruciato, - Guttuso lo ha pittato in questo altro suo quatro -manco scese dalla nave che già si era spogliato e poi stanco morto si addormentò nella sauna mentre mi aspettava. Io accussì nivuru non lo volevo e lui invece mi voleva scippare i vestiti. Che modi! Una signora ha bisogno dei suoi tempi. Io ci avevo provato a scappare via, ero uscita fuori, ma le grate alla finestra erano di ferro e lui era sempre più nivuru, ma di raggia, che io non volevo, con asciugamano sul braccio e pantaloncino corto sentiva freddo e voleva entrare dentro. Andiamo in casa sul divano, cercava di convincermi, ma io restai affacciata alla finestra aspettando un salvatore. Lui non riuscì a convincermi, la storia del marinaio la conoscono tutti, una donna in ogni porto! Io non lo voglio un marinaio per fidanzato, che devo levargli le cozze di sopra. Voglio cantare... Ma come fanno i marinai a rimanere uomini però?
Dalla! Si, lui era uno con le idee chiare!



Adele Musso e Nina Tarantino.

I due dipinti si possono ammirare presso il Museo Guttuso, Villa Cattolica, Bagheria.