venerdì 14 novembre 2014

Sempre caro gl'è quest'ermo colle...

L'indiscrezione pare fondata. In apparente clima disteso tra accordi (presunti) su legge elettorale e (vere) nomine dei giudici della Consulta, che vedono dibattere i partiti politici giorno e notte, tra non molto i big della politica dovranno iniziare a sfogliare la margherita. Non per un semplice m'ama non m'ama ma, cosa importantissima per il futuro dell'Italia, per il nome del successore di Giorgio Napolitano. Appena un anno e mezzo fa, l'ex presidente della Camera (tra il '92 e il '94) arrivava allo scadere del suo settennato presidenziale salvo poi vedersi rieletto a sorpresa, spuntandola sui candidati Romano Prodi, Stefano Rodotà e Franco Marini. Era il 20 aprile 2013. Adesso, a quasi venti mesi da quel giorno, il Napolitano-bis potrebbe concludersi molto prima del previsto. 20 gennaio 2015. E' questa la data in cui Giorgio Napolitano potrebbe dimettersi dalla carica di presidente della Repubblica. Nonostante le pressioni di Renzi perché resti al Colle, Re Giorgio, secondo le indiscrezioni raccontate dal quotidiano milanese il Giornale, avrebbe deciso di mollare tutto all'inizio del nuovo anno. La road map verso l'uscita di scena prevede conclusione del semestre italiano di presidenza europea, incontro previsto attorno il 20 dicembre con le alte cariche della Repubblica per il rituale scambio di auguri, discorso di Capodanno agli Italiani con preannuncio in diretta della sua uscita di scena per comprensibili motivi di età e di ‘insostenibilità‘ fisica del ruolo. Poi, dopo la Befana, le procedure formali e la firma della rinuncia al mandato presidenziale. Dal Quirinale per il momento smentiscono la data ma anche che il capo dello Stato abbia preso una decisione. Come c'è scritto nella nota diffusa domenica scorsa, il presidente intende "mantenere fino all'ultimo giorno i suoi poteri e le sue prerogative”. Insomma, a quanto pare all'addio al Colle manca poco. Ed ora è già scattata la corsa per la sua successione. I nomi sono ancora top secret ma potrebbe esserci anche una donna tra i candidati. Un'ipotesi inedita per un'eventuale svolta storica in quasi settant'anni di storia della Repubblica Italiana.
Se si sposta il punto di osservazione le cose assumono tutt'altra prospettiva e a noi che stiamo in basso non ci sembra un Presidente che lascia il proprio incarico, quanto un re che abdica, di regola quando ciò avviene il monarca uscente indica il successore. Ah non siamo in monarchia dirà qualcuno? In effetti nel 1946 scegliemmo tra repubblica e monarchia, e la nascita della Repubblica fu parto difficile, qualcuno lo definì addirittura pilotato e gli anni successivi ce lo hanno confermato, un solo figlio ben tre repubbliche. Noi italiani siamo dei gran nostalgici capaci anche di rimpiangere il dux e le sue perle di saggezza e la memoria si allunga e si accorcia a seconda delle situazioni, la vita a Napolitano invece più di così non si poteva allungare, quella politica, fatte le dovute eccezioni temporali del ciuccio e pannolino è stata veramente lunga, ma si sa re si nasce e l’investitura è tale per diritto divino. E tal potere divino ha tacitato coscienze e polvere (da sparo) sotto i tappeti. Certo è che se restasse ancora un po’ si profilerebbe il ritorno al pannolone quale chiusura del cerchio. A proposito di cerchi, Napolitano è quello che ne ha fatti quadrare parecchi, un equilibrista della migliore razza insieme a tanti sulla pista del circo Italia dove i nani Bagonghi siamo noi.


Una cosa è sicura. Per Napolitano non è previsto l’esilio, al massimo una casa di re...poso, magari sull’ermo colle, ai sovrumani silenzi c’è già abituato. 


Sabino Bisso (ha collaborato Adele Musso)